Interessantissima quest’intervista a Laura Panunzio, Ex collaboratrice e amica di Michael Jackson, a cura di Fabrizio de Priamo.
Eccovi alcuni estratti… ma leggetevi l’intera intervista!!!!
Che intorno alla morte di un divo si scatenino commenti, dubbi, polemiche circa le circostanze che l’abbiano determinata e l’eredità (artistica e/o finanziaria) è, almeno dalla fine di Marilyn Monroe, una prassi costante. Nel caso di Jacko le premesse sono però dense di particolare importanza, visti i giochi di potere e gli intrecci che sottendono la vita professionale e personale della grande icona pop appena scomparsa.
Abbiamo ascoltato in tema, Laura Panunzio, meno di 40 anni, prima sua fan in Italia, poi amica e collaboratrice negli States attraverso la UNN (Unbreakable News Network), sorta di blog approvato dalla sua casa di produzione, la MJJ Productions, che ebbe fondamentale importanza per il supporto e le news durante il processo del 2004-2005 e prima ancora nella guerra contro Tony Mottola (ex Presidente Sony USA); Laura vive oggi a Roma ed ha vissuto con grande partecipazione la vicenda umana di Michael.
Mentre dagli Stati Uniti arrivano in queste ore notizie di un’intervista di La Toya Jackson su News of the world, nella quale si afferma che Michael sarebbe stato assassinato, Laura ricostruisce, in esclusiva per Roma reporter, molti degli interessi in gioco intorno al divo, smentisce una serie di illazioni circolate nei giorni successivi alla sua scomparsa ed ai funerali, e offre un quadro piuttosto chiaro di chi potesse volerne il male.
Laura, per prima cosa, un parere immediato sulle voci di un possibile omicidio di MJ, lei ci crede?
Non si tratta di mere supposizioni. Da qualche giorno si parla dell’intervista di La Toya Jackson, in cui lei per prima sostiene che il fratello Michael sia stato assassinato.
Intanto, noi del ristretto giro di amici e “followers” sin dagli anni ’80 , sappiamo per certo che Michael Jackson è stato assassinato.
I motivi? Il primo tra tutti: Michael era purtroppo una “gallina dalle uova d’oro” che avrebbe fruttato più da morto che da vivo.
Lo aveva sentito di recente?
Lo avevo sentito al telefono qualche settimana prima della morte, esattamente verso la fine del mese di maggio. Michael si era mostrato molto emozionato all’idea di ritornare sulla scena a tanti anni dal suo ultimo tour mondiale, History Tour del 1997, e soprattutto di farsi vedere dal vivo non solo dai suoi milioni di fans (che lo hanno sempre supportato in ogni occasione, compresi i momenti più bui della sua vita – come il 1993 e il 2003 in occasione delle false accuse di pedofilia), intentate la prima per estorsione, e la seconda per un complotto nato per interessi economici altissimi, per portarlo al decadimento morale e artistico e la probabile sospirata vendita del catalogo ATV/ Sony.
E ancora…
A suo avviso, cosa non torna nel decesso di Jacko?
Diverse cose, stranamente trascurate dai media.
Ad esempio: come mai c’è un gap dal momento in cui il medico dice di essersi accorto dell’assenza di qualsiasi segnale di vita del cantante, alle ore 12.10 circa, e la chiamata al 911? Trascorrono infatti circa 35-50 minuti, durante i quali il cardiologo, senza avere un defibrillatore in casa, pratica la cpr ( il metodo per riattivare il cuore in caso di attacco cardiaco) su una superficie morbida, il letto, mentre ogni medico sa che la cpr si deve praticare su una superficie rigida, il pavimento. Inoltre: come mai lo stesso Murray scompare per diverse ore e la polizia lo cerca ovunque in città e alla fine trova la sua macchina e la sequestra per acquisire prove indiziali a scopo precauzionale? Come mai non si dice chi era in casa di Michael Jackson in quelle ore cruciali, prima e dopo l’arresto cardiaco?
E ancora: chi ha fatto la telefonata e come mai in casa sono sparite diverse cose, tra cui molti gioielli e soldi in contanti del cantante (che egli teneva sempre nascosti per abitudine); e che fine hanno fatto le sue guardie del corpo?
Il suo assistente personale, Michael Amin, dice che qualcuno ha licenziato tutto il personale poche ore prima della tragedia.
E poi: come mai Murray si trovava a lavorare col cantante ed era stato contemporaneamente assunto dalla AEG, con un contratto di 300,000$, dopo essere stato radiato dall’albo dei medici, nel 2008, per cattiva condotta verso altri pazienti; e guarda caso pare che Murray avesse debiti che ammontavano all’incirca alla cifra pattuita con la AEG…
Ci sarebbe la questione della dipendenza dai farmaci tra le cause della morte?
Anche qui ci sono incongruenze: perché la AEG e Randy Phillips (il Presidente) firmano il contratto con il cantante dopo essersi assicurati sulla sua salute, dopo cinque ore di check-up (!!!) con la LLoyd’s di Londra, e i risultati sono più che positivi, dato che attestano che egli gode di ottima salute, mentre ora tutti vogliono farci credere che fosse una persona completamente dipendente da farmaci potentissimi come il Diprivan, il Demerol, lo Xanax, tutti anti-depressivi e analgesici potentissimi che ammazzerebbero una mandria di elefanti in pochi minuti? In quelle cinque ore hanno davvero fatto le analisi del sangue, e tutti gli esami che avrebbero rivelato una tale enorme dipendenza e quindi la mancata assicurazione?
Fonte: Romareporter
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